Avevo deciso di non parlarne in quanto, non condividendo tra l’altro mezza virgola di quanto ha scritto nel suo libro biografico, trovo che il generale Roberto Vannacci sia un personaggio atipico e a tratti persino imbarazzante. Specie dopo averci deliziato con le sue mediocri uscite su determinati argomenti di cui, il troglodita, ha raggiunto il suo massimo intelletto.
Ma nonostante tutto non potevo esimermi dal dire la mia specie dopo l’ultima scellerata dichiarazione del mitico generale, reo di aver pubblicato alcune informazioni sulle missioni estere senza l’autorizzazione dell’Esercito Italiano. Per questo rischia un’altra indagine dalla procura militare.
Infatti nella sua autobiografia Vannacci racconta le missioni a Mogadiscio, nell’ex Jugoslavia, a Baghdad, a Mosca. Parla anche di soldati legati, incappucciati, la cui faccia viene immersa nell’acqua. Un racconto di simulazione di guerra con protagonisti militari 20enni che potrebbe rivelarsi non così gradevole per l’esercito tantomeno per l’opinione pubblica.
Ed è qui che scatta l’arroganza di Vannacci già sospeso per undici mesi per aver compromesso, nel suo primo libro, il prestigio e la reputazione dell’amministrazione di appartenenza. A completare la figura del goliardico generale, la Lega lo ha candidato al parlamento europeo suggellando un sodalizio di stupidità e strafottenza.
Sebbene la figura di Vannacci ormai rappresenti la supremazia dell’uomo italico nelle menti della gerarchia fantasiosa dell’estremismo dispotico di certi fautori della politica italiana, viene da sorridere se laicamente dico che il mondo è al contrario.
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