Ebbene sì, migliaia di bandiere arcobaleno hanno invaso le strade della capitale ungherese celebrando la parata annuale del Pride di Budapest con la promessa di continuare a protestare contro le politiche anti-LGBTQ+ del governo.

Ma il primo ministro Viktor Orban, al potere dal 2010, non intende rinunciare all’agenda cristiano-conservatrice la quale dal 2021 vieta la “promozione dell’omosessualità” tra i minori di 18 anni nonostante le forti critiche da parte dei gruppi per i diritti umani e dell’Unione Europea.

Budapest, corteo LGBTQ+

Il matrimonio gay, dunque, non è riconosciuto in Ungheria e solo le coppie eterosessuali possono adottare legalmente bambini. Il governo di Orban ha ridefinito nella Costituzione il matrimonio come unione tra uomo e donna, e ha limitato l’adozione dei gay.

Orban afferma che la legge del 2021 ha lo scopo di proteggere i bambini e non prende di mira la comunità LGBTQ+, ma ha causato ansia tra gli ungheresi gay, bisessuali e transgender. Addirittura, l’anno scorso alcuni librai sono stati sanzionati per aver venduto libri che descrivevano l’omosessualità. E a novembre, il direttore di un museo è stato licenziato dopo che l’istituto aveva consentito ai minori di 18 anni di visitare una mostra del World Press Photo con contenuti LGBTQ+.

In migliaia al Pride di Budapest

Nonostante tutto, oltre 35 Paesi hanno esortato l’Ungheria a proteggere i diritti LGBTQ+ e abolire le leggi che discriminano i membri della comunità. Infatti l’ambasciatore statunitense David Pressman, uno dei numerosi diplomatici a partecipare all’evento Pride di Budapest, ha voluto rimarcare lo straordinario potenziale del popolo ungherese ricco di storia che si oppone e lotta per la libertà.

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